27 – 29 ottobre 2006

27 ottobre

Casa del Giovane, Oliena

Grazia Maria della Compagnia Effimero Meraviglioso

Di Nino Nonnis, regia di Maria Assunta Calvisi con Miana Merisi

L’idea di uno spettacolo può nascere in molti modi: Grazia a Maria è il frutto dell’emozione profonda che mi ha suscitato l’ascolto di un brano del coro di Santulussurgiu. Era da qualche giorno morta Maria Carta e, per una strana combinazione interiore, l’emozione si è tramutata in progetto: parlare di Maria per bocca di Grazia Deledda. Due donne dai destini diversi eppure simili , sarde sin nelle viscere eppure universali, di tutti. Grazia: il rigore della parola che rispecchia il rigore di una vita conquistata, pezzo per pezzo, senza diventare per questo baluardo o vessillo per altri. Maria: il fascino di una musica misteriosa e “ruvida”, di una voce carica di profumi e atmosfere ma anche accompagnata talvolta da incomprensioni. Una in presentia e l’altra in absenzia ma presente come un’aria inquietante e densa di tensioni emotive. Due destini di donne che diventano un unico destino: il percorso verso l’immortalità, dove l’una, Grazia, ormai monumento, ritorna donna per accogliere Maria. In uno spazio che non è spazio e in un tempo che non è tempo Grazia diventa lentamente Maria, finalmente compiuta nel suo destino. Il testo di Nino Nonnis, che ha tradotto in parole la mia emozione e il mio progetto, vivificato dalla sua sensibilità, paradossalmente al “femminile” e dalla sua interiorità di sardo capace  di sguardo critico e ironico, appassionato e poetico, introduce a una rilettura non sbrigativa, offre spazi di confronto dialettico, non propone tesi chiuse in una dimostrazione. Giuseppe Dessì ha detto che i due più grandi uomini della Sardegna sono state due donne: Eleonora D’Arborea e Grazia Deledda. Ne avesse avuto il tempo dalla vita, avrebbe unito a loro Maria Carta.

28 ottobre 

P.zza Berlinguer, Oliena

Cipollino di Teatro Tages

Spettacolo di Marionette a fili di Agostino Cacciabue

Liberamente ispirato a Le avventure di Cipollino di G. Rodari

Chi l’avrebbe mai detto? Dentro un comò si cela un mondo di ortaggi, dove la vita è dura e chi non obbedisce finisce subito in galera. Il Cavalier Pomodoro, tassa e deruba i poveri abitanti, privandoli di tutto. Si può possedere solo quello che si porta addosso. Una notte, alzatosi per cercare qualcosa da mangiare, l’animatore scopre la straordinaria vitalità degli ortaggi che ha conservato nel suo comò. Ma bisogna fare qualcosa, le ingiustizie sono troppe e non si può restare indifferenti. Cipollino, una giovane cipolla, tanto piccola quanto coraggiosa, decide di porre fine a questi soprusi, combinandone di tutti i colori. Sarà lui a sfidare il toro Gigetto e a guidare la rivolta. Ma non sarà facile liberarsi del Cavalier Pomodoro… Lo spettacolo è una galleria di personaggi indimenticabili: l’eccentrico musicista Pero Pera, lo stralunato Signor Zucchina, il saggio Cipollone lo spietato Toro Gigetto e molti altri entreranno in scena per popolare il mondo incantato del teatro di figura. Le marionette si animano grazie ad una maglia di fili e marchingegni dall’apparente semplicità, ma d’improvviso fatati quando le creature di legno e stoffa assumono una personalità tutta loro. Prendono vita per raccontare la vicenda di Gianni Rodari, uno dei più importanti scrittori per ragazzi di sempre.

29 ottobre

Cinema Parrocchiale, Dorgali

Mishelle di Sant’Oliva della Compagnia Sud Costa Occidentale 

Con Giorgio Li Bassi e Francesca Guida, regia di Emma Dante

Era una bella donna la prima ballerina dell’Olympia di Parigi: alta, bionda, con la pelle liscia ca parìa di sita e soprattutto ‘ddà taliata c’avia, ca ti faceva addiventare nico nico… Vicino Sant’Oliva, la piazza delle buttane, Gaetano e Salvatore Lucchese, assittati ‘nta seggia, aspettano Mishelle. Gaetano si rifiuta di guardare in faccia il figlio e, anche se la sensazione di un’altra presenza umana è così forte da farlo rabbrividire, si accovaccia sulla sedia, trattiene il respiro e ascolta in silenzio. I ricordi aleggiano nell’aria come foglie d’autunno portate via dal vento e Gaetano, vestito a festa, se ne sta davanti alla finestra con la testa calata sul petto. Il tempo non esiste più. Da secoli, battendo i pugni chiusi sulle sue gambe di pietra, Gaetano reclama la fata incantatrice che un giorno se ne andò, lasciandolo cadere a picco dentro il suo corpo deforme. Il figlio, cane rognoso, se ne sta seduto, con le cosce aperte, davanti al muro che ha di fronte. Sono dieci anni che il padre gli volta le spalle. E ogni notte, alla luce della luna, “‘u figghiu ‘da francisa” si veste, si addobba. Nella piccola stanza che odora di chiuso, lei emana un disperato odore di primavera, di fiori, che Gaetano non sopporta. Mishelle è pronta: dura, rozza, pesante, vibrata da tutto il peso del corpo, vibrata con una gioia cupa. Malgrado i fianchi tondi e informi, Mishelle, cammina a testa alta. Bacia, castamente, il padre, e senza vergogna passeggia a Sant’Oliva, d’una punta a n’avutra punta…

30 ottobre

Casa del Giovane, Oliena

Il fil’armonico di Teatro Tages

Spettacolo di Marionette a fili di Agostino Cacciabue

Lo spettacolo è un florilegio, un mosaico composto da momenti di vita del  marionettista che si intrecciano con le storie delle sue figure. Sono frammenti di vita. Storie minime, pochi minuti per raccontare emozioni e passioni. Immagini rapide quanto un’occhiata che si lancia oltre una porta socchiusa, al di là delle vedute di tutti i giorni, alla ricerca di gesti e personaggi che sappiano ancora sorprenderci. Non ci sono parole, ma solo musica. Non ci sono segreti, perché l’animazione è lasciata a vista. Le marionette di “Il fil’ armonico”, ballano, soffrono, sperano, ridono, con lo stesso spirito che muove gli esseri umani. Anche per loro, per i pupazzi che calcano il palcoscenico, il destino è sempre appeso a un filo. Ma questa volta si vede benissimo dove vada a finire.