“Mi fa male il Gulliver, ma’. Lasciami in pace, dormendo mi passa.
In modo che per il pom sarò in piena forma.”
Alexander DeLarge
in Arancia Meccanica di Stanley Kubrik
Gulliver è un progetto rivolto a quelle figure indispensabili e, spesso sottovalutate, che sostengono con il loro lavoro tanti e diversi eventi culturali: i volontari.
La maggioranza degli eventi culturali e, soprattutto, i festival si avvalgono di queste figure per la stragrande maggioranza studenti – universitari e/o liceali – o stagisti.
L’idea nasce dal sentimento diffuso che questa sia una figura trascurabile e superflua, non abbia bisogno di formazione, non rappresenti una risorsa in termini professionali e umane e mantenga questo status in eterno.
Invece siamo convinti che il volontario non possa e non debba essere per sempre tale e debba essere concepito altresì come una risorsa che percorre una strada circoscritta nel tempo, altamente formativa e che tale condizione non possa considerarsi alla stregua di un lavoro mai retribuito.
Il volontario non può essere considerato come l’ultima ruota del carro, defilato e percepito privo di testa e di competenze.
Intanto è figura nevralgica in ogni grossa organizzazione per il supporto materiale, fisico, quindi materico.
Questi però apporta anche un know-how, modifica i concetti, le idee, in un continuo scambio circolare di conoscenze e competenze, spirito fresco e giovanile, che generano un valore aggiunto (immateriale) per entrambi.
Per queste ragioni non può essere considerato un attore marginale in un’organizzazione che si rispetti. Deve essere formato, deve essere preparato a svolgere in maniera professionale le mansioni affidategli e messo in condizione di comprendere il senso di ciò che sta facendo e l’essenza principale del perché lo sta facendo.
Per il volontario l’esperienza in una grande manifestazione deve innanzi tutto essere il primo approccio con il mondo del lavoro.
Dall’altra parte l’organizzazione, a sua volta, deve essere capace di comprendere che ha per le mani una risorsa in potenza insostituibile e incommensurabile: ha il futuro e, all’interno di questo grande ed eterogeneo gruppo, alcune figure professionali di eccellenza da non lasciarsi sfuggire. Esso avrà certamente professionalità ancora grezze ma che in un futuro prossimo potrebbero entrare in quell’organizzazione o in un’altra accrescendone il valore.
Dall’altra parte, ancora, il volontario può trovare nella sua esperienza collaborativa il lavoro, la passione. del futuro.
Gulliver nasce con l’idea di non ridurre l’esperienza di queste persone al solo evento al quale hanno partecipato ma, aderendo ad un circuito virtuoso più ampio e tramite questo, accrescano ed arricchiscano le proprie esperienze nel breve periodo con altre manifestazioni, affini e non, incrementando il proprio know-how, provando ruoli alternativi, altre atmosfere, stili di conduzione e mondi lavorativi diversi.
Gulliver è un progetto di Saverio G. Gaeta.
Leggendo Metropolitano ha messo a disposizione il proprio festival per accogliere volontari da altri eventi, similari e non, e ha di inviato i propri volontari in missione presso tutte le organizzazioni che hanno aderito negli anni a questo progetto, in uno scambio continuo, di orizzonti di senso e di mondi possibili.
Diversi sono stati i festival che hanno inviato i loro volontari e ospitato i nostri negli anni.
Tra i festival amici possiamo citare, tra gli altri, il Ljubljana Festival, I dialoghi sull’Uomo di Pistoia, il Festival della Mente di Sarzana, Il senso del Ridicolo di Livorno e PordenoneLegge
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